PERCHE' LA LUCE?

La luce a mio avviso è un elemento molto prezioso per tanti aspetti.

Il primo, non scontato, è la sua importante presenza.
La luce è spazio, la luce crea spazio.

La luce per sua natura è contesto, 
ci avvolge, siamo immersi in essa e grazie a lei possiamo,
attraverso gli occhi, godere di ciò che ci circonda.

Nelle scuole le prime indagini, le prime relazioni con essa avvengono spesso all’esterno, quando ci accorgiamo della presenza di un’ombra che ci insegue, quando notiamo un  arcobaleno o un riflesso particolare… 

Le prime ricerche, come spesso accade, portano a mille domande anche di carattere scientifico: 
Da dove viene la luce?
Di cosa è fatta? 
Se chiudo gli occhi la luce dove va?

Poi le indagini si spostano anche all’interno degli spazi, perché la luce si insinua, flessuosa e morbida, e può diventare anche artificio trasformandosi, come tale, in strumento alla portata di tutti, semplice. 

Basta una torcia o una lampadina e si creano contesti infiniti. Scopriamo il valore architettonico della luce che abitando gli spazi li modella, li investe di un valore anche emozionale.

Passiamo dal creare contesti di indagine e ricerca semplici con delle torce fino all’utilizzo di materiali riflettenti, di strumenti come proiettori, lavagne luminose, piani luce.

Inoltre la luce, seguendo la curiosità dei bambini si presta ad entrare in facile relazione con gli altri linguaggi, il linguaggio del corpo, del movimento, della natura, del suono…

Una volta padroni della sua presenza diventa divertente anche giocare e misurarsi con la sua assenza: che diventa buio.

Nel buio, le percezioni si amplificano e di nuovo lo spazio che ci circonda si trasforma,
anche emotivamente, può comparire una eccitante inquietudine, anche di qualcosa di inaspettato. Si crea intimità, si stringono le mani per superare la paura insieme, si arrossisce per l’inaspettato cambiamento.

Il buio è la culla delle narrazioni che ci piace tanto fare,
spesso utilizziamo il buio come vettore di attenzione.

Al buio segue un altro privilegio che amiamo inseguire: quello di un dolce nobile silenzio.
Non un silenzio forzato, richiesto, ma un silenzio naturale, legato all’ascolto.
Un silenzio che tradisce delle attese.

Come a teatro, quando si spegne la luce succede di essere ricettivi e pronti a scoprire dove si accenderà la luce.

La luce mostra un’altra sua importante caratteristica, quella di rendere visibile.
Di canalizzare l’attenzione,
su cosa ?

Ci si prende del tempo.
Si riconquista un po’ di tempo prezioso.

Tutto ciò che viene illuminato diventa
vivo, si accende e prende forma.



Comments

Popular Posts